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15 Dicembre 2013
Il mistero del Natale che ci prepariamo a vivere è il mistero della "Incarnazione di Dio". Dio entra nella nostra storia, non la sfiora soltanto come una meteora. Dio si colloca nel cuore della terra come un seme per rinnovare dalla radice quella terra che è stata bacata dall'esperienza del peccato. Dio si veste di un corpo di uomo, per condividere in tutto e per tutto la vita dell'uomo. L'incarnazione è una totale immersione di Dio nella vita umana.
Essere nel mondo in questo modo è compito anche della chiesa e di ogni cristiano. Vivere l'esperienza della incarnazione è la verità dell'essere chiesa e dell'essere cristiani, perché il campo della chiesa non è la chiesa, ma il mondo!
Sempre nel documento sulla chiesa nel mondo contemporaneo (la "Gaudium et Spes) c'è una espressione che ci aiuta a comprendere il senso della incarnazione della chiesa e dei cristiani nella storia degli uomini: "La Chiesa si sente realmente e intimamente solidale con il genere umano e con la sua storia".
Intimamente: vive ciò che vivono gli uomini di ogni, dal di dentro delle cose. La chiesa non è lo spettatore che assiste ad un dramma e si commuove fine alle lacrime, ma poi non cambia nulla. Non è nemmeno lo scienziato che analizza i problemi, ma che poi lascia ad altri di intervenire. Non può nemmeno comportarsi in maniera diplomatica fermandosi alle dichiarazioni di principio. La Chiesa condivide e deve sempre più condividere la vita degli uomini di oggi, con il coraggio della profezia.
Realmente: deve sentire come Gesù nella sua carne le fatiche e i dolori dell'umanità; deve prendere su di sé l'uomo ferito per condurlo alla locanda di Gesù, dove si possa trovare olio e vino per risanare e ridare gioia. Deve spendere del suo, anche dei suoi beni, per aiutare l'uomo a risollevarsi dalle sue miserie.
Non avremo mai finito di meditare sul mistero dell'incarnazione di Gesù, ma più lo contempleremo, più comprenderemo il senso anche del nostro essere cristiani: non uomini fuori dalla storia, chiusi nel godimento dei propri beni, ma fratelli in mezzo ad altri fratelli per rendere migliore l'umanità che è la nostra stessa famiglia.